Iscrizioni Articoli

Alimentazione o Terapia?

La trasmissione ‘Le Iene’ del 23 Marzo 2014, ha mandato in onda una intervista alla Dott.ssa Michela De Petris, specialista in Scienza dell’Alimentazione che ha affermato che con un’alimentazione mirata e personalizzata si possono aiutare i malati di cancro, che subiscono la chemioterapia o che anche si può guarire con una corretta alimentazione. L’Ospedale S. Raffaele ha precisato e preso le distanze dalle dichiarazioni della dottoressa riguardo al caso di un paziente guarito (TAC cerebrale a conferma) dopo essere passato ad una dieta vegana. Sembra che la Dott.ssa De Petris sia stata sollevata dalla collaborazione con l’Ospedale S. Raffaele. Nelle settimane succassive si sono aggiunte altre testimonianze di pazienti che hanno cambiato dieta con evidenti risultati positivi. L’oncologo intrevistato non ha saputo spiegare o commentare i fatti documentati dagli esami di controllo. Ma una scienza medica che afferma di essere la depositaria del sapere, dell‘unico sapere valido, e che non è in grado di spiegare cosa accade nei fatti, che scienza è? Lo scienziato dovrebbe almeno porsi il problema, non solo di cosa sa o non sa, ma anche di ‘come’ sa, di come si svolge il processo conoscitivo. L’evoluzione tecnologica non è stata seguita da una parallela evoluzione epistemologica.

In Ayurveda i sapori dei cibi, i tre dosha, i tessuti e la mente sono tutti formati dai Cinque Elementi di base e quindi esiste una diretta relazione fra questi. Un eccesso di un sapore, o di un dosha o di un tessuto o di un movimento mentale si ripercuotono su tutti gli altri settori della fisiologia. Lo squilibrio patogeno può cominciare in uno qualunque dei fattori e si estende agli altri. Allo stasso modo  una terapia focalizzata su uno di questi fattori si estende positivamente sugli altri.

Un ricercatore dovrebbe essere animato da una sana curiosità e considerare tutti i fattori che possono essere di aiuto al paziente. L’alimentazione è una parte importante della nostra vita e della nostra salute. Alcuni anni fa ad un medico inglese fu diagnosticato un tumore al pancreas, prognosi di non più di sei mesi; inoperabile. Il malato cambiò vita: si trasferì in Italia, in Toscana, passò ad una dieta macrobiotica e all’attività fisica ed  visse per altri nove anni! (Hugh e Marin Faulkner, Contro tutti i prognostici, Macro Ed.). Afferma che la risvegliata ‘voglia di vivere’ libera dal cancro e permette di comprendere cosa è accaduto e la malattia può regredire. Questa non è la regola, devono esserci una serie di circostanze concomitanti favorevoli (es: unità diintenti con il coniuge; disponibioità economica, ecc.), ma perchè negarle a priori?

L’Ayurveda ha dei criteri quali: la lettura del polso, la valutazione della disposizione mentale, l’attenzione al contesto, la considerazione dell’umanità del paziente, ecc. che nulla tolgono all’efficienza della tecnologia applicata alla medicina, ma quest’ultima, per esserre tale, non deve escludere dalla diagnosi e dalla prognosi fattori esistenziali essenziali.

L’Ayurveda propone una medicina umana, centrata sul paziente, cosciente delle potenzielità e dei limiti della tecnologia e della vita stessa, ma convinta assertrice del valore intrinseco della vita, come testimonianza del miracolo dell’esistenza stessa del fenomeno vita.

Articolo di

Dott. Guido Sartori, medico, laurea con lode presso Università di Bologna, tesi sperimentale sull'Ayurveda; pratica a Bologna la Medicina Tradizionale Ayurveda; come presidente Associazione Pazienti Ayurvedici ATAH Ayurveda ha sottoscritto il Documento di Consenso per le M.N.C.; membro della Commissione Medicine Non Convenzionali dell'Ordine dei Medici di Bologna, docente Master Universitari in M.N.C., già docente alla scuola Ayurvedic Point; socio fondatore Ass. ASIA, insegnante di Yoga e 2° dan Ki-Aikido Yushinkai; consulente farmacologo e formulatore di preparati ayurvedici innovativi con piante italiane; socio fondatore Ass. Medicina Centrata sulla Persona ONLUS; ha studiato con Vaidya Bhagwan Dash, Asthavaidya Narayanan Nambi, Madhu Bhajra Bajracharya

Lascia un Commento

Devi aver fatto il login per inviare un commento