La terapia contempla vari aspetti. In Ayurveda, il primo bivio decisionale è quello della distinzione fra brihmana e langana.
Brihmana significa nutrire, rivitalizzare, stimolare, aggiungere.
Langhana significa digiunare, sottrarre, togliere, eliminare.
I termini sono mediati dall’alimentazione. Corpo, mente e spirito, hanno bisogno di nutrimento o di digiuno? Di quale nutrimento hanno bisogno? Di cosa devono fare meno? Questa prima discriminazione imposta il tono della terapia; del servizio da offrire al paziente. I pazienti con un cancro hanno già valicato il quinto stadio su sei della patogenesi ayurvedica. La situazione è quindi molto grave e compromessa. Ma il tumore ha bisogno di nutrimento: carboidrati, proteine, grassi, sali minerali; ha bisogno di sangue per nutrire il suo metabolismo accelerato e la moltiplicazione celliìulare anarchica, tipica del cancro. E’ evidente che un completo cambiamento nella dieta alimentare del paziente porti ad un cambiamento del tipo di nutrimento che scorre nelle arterie. Si intende, in questo caso, un passaggio da una dieta onnivora ad una dieta vegetariana o ancora più ristretta, vegana. La caratteristica distintiva più importante è che una dieta che comprende carne e non fa caso alle combinazioni deglil alimenti è una dieta che genera più acidi nel corpo. Alcalinizzare il sangue è un cambiamento radicale del ‘Milieu intérieur‘, come lo chiamava Claude Bernard, che impone una variazione importante al metabolismo per potere mantenere l’Omeostasi concetto coniato da Cannon che si è evoluto nella nozione di feedback precista da Norbert Wiener nella cibernetica. L’organismo tende a mantenere una costanza del suo ambiente interno; questo ha una certa variabilità in un intervallo ristretto di acidità in cui può spaziare. Più è acido l’ambiente, più sono frequenti alterazioni dei tessuti, più è alcalino l’ambiente dei liquidi corporei, più facilmente l’organismo mantiene l’equilibrio interno e meno probabili le alterazioni dei tessuti. L’Ayurveda persegue lo scopo, dice Caraka, di mantenere l’equilibrio dei tessuti. L’Ayurvreda è, da sempre, al passo coi tempi perchè basata sull’osservazione stringente della fisiologia. Millenni fa si era capito che l’eccesso di Pitta, che ha amla-acido come caratteristica propria, distrugge i tessuti. Li fa ammalare. Per non fare ammalre i tessuti, bisogna evitare l’eccesso di Pitta-acido. Per fare guarire i tessuti è necessario regolare il Pitta-acido con la sua qualità opposta, l’alcalino, cioè i sapori amaro, astringente, dolce e gli elementi Terra e Acqua.
Se a tutto questo si aggiunge il cambiamento di mentalità, di visione di sè stessi, dei valori in gioco nella vita, una presa di coscienza del lato spirituale dell’esistenza, della qualità delle relazioni e della possibilità di comunicare e condividere la propria malattia; ci sono le condizioni essenziali per attuare un cambiamento di tutto l’organismo che si può esperimere nel retrarsi delle alterazioni patologiche, di una vita migliore e, perchè no?, della guarigione clinico-laboratoristica. Questa non ha nulla di miracoloso o inspiegaabile, se si conosce la teoria fisio-patologica dell’Ayurveda. Come vedete le condizioni da soddisfare sono molte e non facili da realizzare, ma indicare una possibilità credo sia uno dei compiti più importanti di una medicina fondata sull’umanità della persona malata.
Quindi: l’alimentazione può e deve fare parte della terapia!
Articolo di Guido Sartori
Dott. Guido Sartori, medico, laurea con lode presso Università di Bologna, tesi sperimentale sull'Ayurveda; pratica a Bologna la Medicina Tradizionale Ayurveda; come presidente Associazione Pazienti Ayurvedici ATAH Ayurveda ha sottoscritto il Documento di Consenso per le M.N.C.; membro della Commissione Medicine Non Convenzionali dell'Ordine dei Medici di Bologna, docente Master Universitari in M.N.C., già docente alla scuola Ayurvedic Point; socio fondatore Ass. ASIA, insegnante di Yoga e 2° dan Ki-Aikido Yushinkai; consulente farmacologo e formulatore di preparati ayurvedici innovativi con piante italiane; socio fondatore Ass. Medicina Centrata sulla Persona ONLUS; ha studiato con Vaidya Bhagwan Dash, Asthavaidya Narayanan Nambi, Madhu Bhajra Bajracharya