
Affrontiamo un argomanto che ha rinnovato di recente un grande dibattito e come sempre nell’Italia ancora medievale o si è Guelfi o si è Ghibellini; non esistono vie di mezzo! Vaccini, sì! Vaccini, no! Opinioni gravate o da conflitti di intersse o da ignoranza. Fra questi due estremi c’è la visione ayurvedica, laica e rispettosa della Vita.
L’Ayurveda affronta sempre gli argomenti che le competono in modo positivo, senza denigrare nulla e nessuno, ma valutando accuratamente ogni circostanza perchè il suo scopo è mantene la Salute Positiva di ogni persona.
L’Ayurveda è nata in un tempo in cui non esistevano politiche sanitarie, o trattamenti sanitari stabiliti per legge. Ma da sempre si sà che dalla salute del singolo dipende la salute della collettività. Se io sto bene e mi mantengo in salute aiuterò gli altri a esserlo altrettanto.
C’è traccia nella storia dell’Ayurveda di ragazze chiamate visa kumari che significa ‘ragazze avvelenate’. Assumevano fino da piccole, sotto stretto controllo medico, una piccolissima dose di veleno e diventavano resistenti all’avvelenamento, anzi potevano esse stesse diventare velenose per altri che interagissero con i loro liquidi biologici (saliva, secrezioni genitali, sangue, ecc.). Come vedete non c’è nulla di nuovo sotto il sole! Il meccanismo protettivo della vaccinazione e quello della pericolosità della compresenza degli immunizzati e dei non immuni sono già presenti nella storia dell’Ayurveda.
I princìpi o siddhanta a cui si rifà l’Ayurveda si chiamano bala vichara che significa ‘indagine sulla forza’ (dell’organismo) e di vyadhikshamatva o ‘capacità di sopportare’ (la malattia).
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