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Lettera del Presidente dell’Ordine Medici Bologna su MNC

martedì, 29 settembre 2009

Al Presidente del comitato centrale FNOMCeO
Dott. Amedeo Bianco
e p.c.
Ai Presidenti OMCeO d’Italia
Loro sedi

Oggetto: Medicine Non Convenzionali (MNC)

Caro Amedeo,

Riprendo l’argomento in oggetto facendo seguito al mio intervento in sede di Consiglio Nazionale (CN) del 18 aprile u.s. per ribadire quanta allora espresso e riaffermare la necessita di non arretrare dalle posizioni assunte dalla FNOMCeO a seguito del CN di Terni del 2002.

Alla tua replica ho ritenuto di non intervenire onde evitare una situazione dialogica inopportuna.

Ma alcune tue affermazioni meritano puntualizzazione affinché si eviti di pensare che il rigore sempre richiesto dalla Federazione degli Ordini dell’Emilia-Romagna, e dall’OMCeO di Bologna in particolare, sia finito nel dimenticatoio.

Ti ricordo, infatti, il mio sconcerto alla prima richiesta della FNOMCeO sull’esiguo numero di ore di formazione ritenuto necessario per accedere alla opportunità di avvalersi, in ambito pubblicità sanitaria, della dizione di “Esperto in MNC” e la battaglia legale (vinta) contro una scuola di formazione in omeopatia (CISDO) che pretendeva di abbassare a 300 le ore richieste dall’OMCeO di Bologna posizionato allora, come ora, su 600.

Ingenerosa, dunque la Tua affermazione relativa alla presunta ritrovata unità a Trieste (con chi?) sulla necessità di essere rigorosi lasciando intendere che la posizione da noi assunta non lo fosse.

Il fatto che le Regioni comincino a legiferare nell’accezione concorrente in ambito di organizzazione sanitaria e ineccepibile, ma che la FNOMCeO si posizioni, arretrando, sino a ritenere di dover ritenere possibile il riconoscimento legislativo a solo tre delle nove MNC avallate nel Convegno di Temi e cosa poco accettabile.

Comunque non sarà un Comitato Centrale ad affondare decisioni di un CN.

Vale la pena si rammenti l’esistenza dell’autonomia degli Ordini Provinciali e la funzione di indirizzo della FNOMCeO.

Quanto alla gelosa custodia dell’autonomia non ti sfuggirà che l’Ordine di Bologna non si è annoverato fra gli ultimi.

E’ bene qui ricordare che l’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna nella seduta pomeridiana di mercoledì 5 luglio 2006 ha approvato, ai sensi dell’art. 121 della Costituzione, l’oggetto consiliare n. 428 relativo al Progetto di proposta di legge alle Camere: “Disciplina delle Medicine Non Convenzionali esercitate da laureati in medicina e chirurgia, odontoiatria e veterinaria”.

Tale progetto è stato inviato alle Camere ed è uno dei quattro disegni di legge (qui allegati) assunti dalla Commissione Sanità del Senato per il disegno di legge unificato sulle Medicine Non Convenzionali di cui è relatore il Sen. Daniele Bosone.

II progetto di legge, dopo I’ampio consenso ricevuto in sede di udienza conoscitiva, ha avuto, nella stesura definitiva, un fattivo congiunto contributo tecnico professionale della Commissione per le MNC dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bologna, della Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Regione Emilia-Romagna, del Comitato Permanente di Consenso e Coordinamento per le Medicine Non Convenzionali in Italia, delle associazioni di pazienti che il Comitato rappresenta, ed ha posto in giusta evidenza il corretto operare della Regione Emilia-Romagna.

Infatti per la prima volta una regione, avvalendosi dell’art. 121 della Costituzione, ha inviato un segnale inequivocabile al Governo, ed un forte impulso affinché il Legislatore, dopo quasi vent’anni

di progetti di legge sulle MNC sempre naufragati, possa varare finalmente la legge quadro nazionale come pressantemente richiesto dai professionisti, dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, da consumatori, pazienti, associazioni e società medico scientifiche di MNC.

Tale legge potrà porre l’Italia al pari delle nazioni più avanzate dell’Unione Europea, quali Francia, Regno Unito, Germania, Austria ove le MNC da anni, affiancate e interconnesse con la medicina convenzionale, sono inserite ufficialmente e stabilmente nei programmi formativi universitari e riconosciute dai sistemi sanitari nazionali e dalle assicurazioni e casse malattia, ottemperando inoltre finalmente a quanto il Parlamento Europeo nel 1997 e il Consiglio d’Europa nel 1999 avevano statuito invitando tutte le nazioni dell’Unione Europea a dotarsi di leggi nazionali sulle MNC.

Per una semplice lettura si evidenziano le MNC proposte nel riconoscimento legislativo dai diversi progetti:
Cursi: agopuntura, fitoterapia, omeopatia, omotossicologia;
Massidda: agopuntura, omeopatia, antroposofia, omotossicologia, chiropratica, osteopatia, medicine orientali;
Bosone
: agopuntura, chiropratica, fitoterapia, medicina antroposofica, medicina ayurvedica, medicina omeopatica, medicina tradizionale cinese, omotossicologia-medicina fisiologica di regolazione, osteopatia;
Regione Emilia-Romagna: medicina omeopatica, medicina omotossicologia, agopuntura, medicina ayurvedica, medicina tradizionale cinese, fitoterapia, medicina antroposofica, medicina tradizionale tibetana, medicina manuale: osteopatia, chiropratica.

Parimenti deve sottolinearsi con rilievo il fatto che la Commissione Sanità del Senato del Parlamento Italiano, nel raccordare i numerosi progetti di legge avanzati da deputati e senatori nell’arco del tempo, abbia voluto prendere come importante base di discussione proprio il progetto inviato dalla RER facendo proprie linee essenziali ivi delineate ed in particolare proponendo le nove MNC.

Ora, a fronte di alcune derive riduttive che si propongono da parte di altri soggetti e concernenti il riconoscimento in sede legislativa regionale di sole tre MNC pare oltremodo doveroso sottolineare non solo gli importanti riconoscimenti di cui si avvalgono tutte le nove MNC in campo internazionale ma anche il pericolo che la sola legiferazione per un numero limitato di MNC comporterebbe.

Infatti le eventuali MNC escluse, sebbene meno praticate ma comunque ben lungi dal non essere meritorie al pari delle altre, finirebbero in una sorta di limbo e praticate al di fuori di quelle istituende norme di salvaguardia che la proposta dell’Assemblea Regionale RER ha avanzato.

All’uopo si allega un breve profilo riassuntivo relativo alla formazione in MNC nel nostro Paese dacui non può non evincersi il rigore assunto e fatto proprio nelle delibere dell’OMCeO di Bologna alfine di avvalersi del titolo di “esperto” da utilizzarsi nella pubblicità sanitaria.

E’ qui utile sottolineare come nel giugno 2006 il Parlamento Europeo, in seduta plenaria, abbia approvato il Settimo Programma Quadro per 10 Sviluppo e la Ricerca 2007-2013, nel cui ambito sono state incluse per la prima volta le MNC.

Come richiede l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è necessario ed etico tutelare, salvaguardare, promuovere, studiare, tramandare e applicare il patrimonio culturale dei saperi e dei sistemi medici e di salute antropologici sia occidentali sia orientali, nell’assoluto rispetto dell’integrità originaria e tradizionale dei singoli paradigmi ed epistemi. Inoltre l’OMS, il giorno 8 novembre 2008, in occasione del Congresso Mondiale sulla Medicina Tradizionale tenutosi a Pechino, ha emanato la “Dichiarazione di Pechino sulla Medicina Tradizionale” in cui si richiede, tra l’altro, “la necessità di azione e cooperazione da parte della comunità internazionale, dei governi, nonché dei professionisti e degli operatori sanitari al fine di assicurare un utilizzo corretto della medicina tradizionale come componente significativa per la salute di tutti i popoli, in conformità con le capacita, le priorità e le leggi attinenti dei singoli paesi”.

In Europa sono stati fondate nel 2004 due piattaforme di azione per le MNC: lo European Research Initiative on Complementary and Alternative Medicine, EURICAM (Vienna) e lo European Forum on Complementary and Alternative Medicine, EFCAM (Bruxelles).

Nel 2005 ha avuto luogo a Bruxelles lo European Open Health Forum for Stakeholders “Health Challenges and Future Strategy” ove in sessione plenaria l’8 novembre 2005 è stato sottoscritta e presentata alla Commissione Europea la seguente mozione sulle MNC: “Questa mattina abbiamo affrontato tematiche quali il porre le necessità del paziente tra le priorità dell’azione nell’ambito delle politiche sanitarie dell’Unione europea e proteggere il paziente dalle minacce alla sua salute.

Se ci si rende conto che:

esiste una domanda crescente di Medicine Non Convenzionali da parte dei cittadini europei;

che l’efficacia clinica delle Medicine Non Convenzionali e, in molti casi, di efficacia almeno pari a quella della medicina convenzionale, come ampiamente dimostrato da numerosi studi di lunga durata che hanno incluso migliaia di pazienti;

che le Medicine Non Convenzionali non sono solo efficaci ma anche molto sicure;

e che, di conseguenza, le Medicine Non Convenzionali possono essere di concreto aiuto per ridurre l’enorme tasso di mortalità e morbidità causato dagli effetti avversi dei medicinali allopatici,

è giunto il tempo che l’Unione Europea includa le Medicine Non Convenzionali nella sua azione”.

II 23 ottobre 2007 il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno adottato congiuntamente la Decisione che istituisce un secondo Programma d’Azione Comunitaria in materia di Salute (7th Framework Programme of the European Community for research, technological development and demonstration activities 2008-2013 – in sigla FP7).

Per la prima volta e stata inserita una voce che riguarda le Medicine Non Convenzionali. Così facendo le Istituzioni dell’Unione Europea in qualche modo riconoscono le Medicine Non Convenzionali (in coerenza con le risoluzioni del 1997 e del 1999). Di seguito si riporla il testo nella versione italiana della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea: “Il programma dovrebbe prendere atto dell’importanza di un’impostazione olistica della sanità pubblica e tenere in considerazione nelle sue azioni, ave appropriato e in presenza di prove scientifiche o cliniche di efficacia, la medicina complementare e alternativa”. (20.11.2007 Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 301/5)

Dato che la Commissione Europea, nell’ambito del Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo (FP7), ha lanciato nel terzo bando una specifica area per le Medicine Non Convenzionali, è stata costituita a Berlino, tra istituzioni che si occupano di MNC nelle nazioni della EU (il Comitato per le MNC in Italia ne fa parte), la piattaforma “FP7-CAMbrella” per presentare un grande progetto europeo di ricerca nei vari ambiti delle MNC (3rd call for theme 1 “Health” of the specific FP7 work programme ‘Cooperation’ includes under section 3.1 a research topic on Complementary and Alternative Medicine, topic 3).

In occasione del primo European Congress for Integrative Medicine, promosso dal Institute for Social Medicine, Epidemiology, and Health Economics della Charitè University Medical Center di Berlino e stato costituito a Berlino (08.11.08) lo European Chapter della International Society for Complementary Medicine Research, ISCMR.

Inoltre nel 2008 è stato avviato sempre presso l’Institute for Social Medicine, Epidemiology, and Health Economics della Charitè University Medical Center di Berlino lo European Information Centre on Complementary and Alternative Medicine, EICCAM.

All’European Open Health Forum 2008, organizzato dalla Commissione Europea (Direzione Generale per la Salute e la Protezione del Consumatore) l’11 dicembre 2008 a Bruxelles, è stata sottoscritta e presentata alla Commissione Europea la seguente mozione sulle MNC:

Le Medicine Non Convenzionali (CAM, Complementary and Alternative Medicine, secondo la definizione adottata dalla Cochrane Collaboration a seguito della Conferenza di Consenso tenutasi al National Institute of Health, Bethesda, USA) nella considerazione che prestazioni mediche e sanitarie di queste Medicine possono essere scelte sia in alternativa alle medicine allopatiche (Alternative), cioè come prima scelta terapeutica, ovvero in associazione a (Complementary) prestazioni mediche e sanitarie della medicina allopatica o biomedicina, sono da considerarsi priorità assoluta per la politica sanitaria dell’Unione Europea.

Infatti la richiesta di MNC e in forte aumento da parte dei cittadini europei.

Tale realtà riflette il bisogno da parte dei cittadini europei di cure olistiche centrate sul singolo paziente.

Circa il 70% della popolazione europea fa usa di terapie di Medicine Non Convenzionali

L’efficacia clinica delle Medicine Non Convenzionali e in molti casi almeno pari all’efficacia della medicina convenzionale, come e dimostrato da numerosi studi di lunga durata che hanno coinvolto migliaia di pazienti.

II profilo di sicurezza ed efficacia delle Medicine Non Convenzionali è positivo, specialmente nel trattamento individualizzato, centrato sul paziente

Le tecniche di produzione dei medicinali non convenzionali rispettano e proteggono l’ambiente

L’inserimento delle Medicine Non Convenzionali fino dal livello delle cure primarie può aiutare a ridurre i costi e l’enorme problema della mortalità e morbidità causato dai molteplici effetti avversi dovuti alla prescrizione di molti medicinali allopatici

Le Medicine Non Convenzionali sono richieste per promuovere e mantenere la buona salute in Europa sia dei giovani che della popolazione anziana.

Le Medicine Non Convenzionali rappresentano un forte contributo di promozione della salute

A beneficio di tutti i cittadini chiediamo con forza che l’Unione Europea promuova l’inserimento delle Medicine Complementari, Alternative e Tradizionali nella sua politica sanitaria.”

Un cordiale saluto

IL PRESIDENTE

(Dott. Giancarla Pizza)

La tradizione in cucina e l’Ayurveda

sabato, 21 marzo 2009

Lavorando alla mia tesi per il diploma di Terapista Ayurveico, ho analizzato alcune ricette tradizionali italiane guardandole “ayurvedicamente”. Potrete restare sorpresi ma nelle tradizioni italiane si ritrova spesso l’Ayurveda che è la cura del benessere.
L’idea di questa ricerca viene dalla considerazione che l’Ayurveda ha dell’alimentazione. Mangiamo per fame, per abitudine, per insoddisfazione, non siamo abituati ad alimentarci pensando a far stare bene il nostro corpo.
L’Ayurveda invece prescrive quello che dobbiamo o non dobbiamo mangiare e come mangiare perché il cibo è la nostra prima medicina, se assumiamo quella giusta staremo bene, se assumiamo quella sbagliata i sintomi si aggraveranno.

Nel mio studio ho ricercato le ricette tradizionali nella loro versione originaria, cioè non modificate dai vari autori di libri di cucina o dai grandi cuochi; mi interessava ciò che veniva dalla tradizione più semplice.
La cosa che ho notato subito è il fatto che in tutte le ricette ho trovato prodotti locali e verdure di stagione, niente alimenti esotici o prodotti che hanno fatto viaggi assurdi per arrivare da noi.
Di ciascuna ricetta ho fatto un elenco dei componenti analizzando per ciascuno i guna – le qualità, i rasa – i gusti, il virya – energia o potenza di una sostanza ed infine il vipaka – effetto postdigestivo.
Vi riassumo ora l’analisi relativa ad un piatto tipico della mia regione “i Pizzoccheri della Valtellina”

E’ un piatto tipico invernale, per la pasta si utilizzano due farine diverse, quella di grano saraceno e quella di grano tenero, già qui abbiamo un mix di virya caldo per il primo ed un virya freddo per la seconda. Ci sono poi le verze e/o le coste, le patate, e due tipi di formaggi, il casera e il grana. Si utilizzano infine l’aglio ed il burro.
E’ sicuramente un piatto che ha qualità di pesante, morbido ed oleoso e gusti dolce, amaro, astringente e salato. E’ pesante per una costuzione Kapha ed un poco rinfrescante per una Vata, va bene per una Pitta perché al Pitta giovano il pesante, il rinfrescante, l’amaro ed il dolce.

Dobbiamo considerare però che è un piatto che deve fornire molte energie: “inverno e montagna = lavori pesanti” e che d’inverno il nostro “agni–fuoco digestivo” è più forte ed in grado quindi di digerire cibi pesanti.
Se si aggiunge alla ricetta un po di pepe nero si riduce il pesante dei formaggi e il gas delle patate; se si aggiunge dello zenzero il Kapha viene meno aggravato dalla presenza di burro e grano. Il burro poi è posibile sostituirlo col ghee.

Questi semplici accorgimenti ayurvedici, senza cambiare il sapore al piatto, lo rendono più digeribile per tutti, anche per chi non vive e lavora in montagna. Un piatto unico nutriente, semplice e gustoso.

Vai alla ricetta.

Ayurveda e alimentazione

mercoledì, 18 marzo 2009

Viene spontaneo chiedersi cosa centri l’Ayurveda con l’alimentazione visto che l’Ayurveda è considerata la medicina indiana; questa domanda ce la poniamo perché siamo abituati con la medicina occidentale che non si preoccupa della nostra alimentazione. Il nostro medico ci ha mai chiesto come ci alimentiamo?

L’Ayurveda al contrario mette al primo posto l’alimentazione come sistema per non ammalarsi e come sistema di cura. Caraka scrive nella Caraka Samhità, il più autorevole trattato di Ayurveda piu o meno 3000 anni fa che:

il cibo sostiene la vita degli esseri viventi. Tutti gli esseri viventi dell’Universo richiedono cibo. Carnagione, chiarezza, bella voce,longevità, genialità, felicità, soddisfazione, nutrimento, forza e intelletto sono tutti condizionati dal cibo

Vi rendete conto che 3000 anni addietro questo uomo ha messo per iscritto questa frase in cui c’è tutta l’importanza del cibo?

Anche Ippocrate, padre (dimenticato) della medicina occidentale, confermò l’importanza del cibo quando disse:

fai che il cibo sia la tua medicina, fai che la tua medicina sia il cibo

Ecco, in queste due affermazioni si comprende quanto sia importante ciò che mangiamo e come mangiamo. Questa indicazioni ce le da l’Ayurveda. Infatti l’Ayurveda non è solamente un sistema medico ma è un sistema che porta l’individuo al benessere, infatti la traduzione è “scienza della vita” non, cura delle malattie, ma scienza del benessere intendendendo vita come “vivere bene”.

Essa si prende cura dell’individuo nella sua interezza e ne cura tutti gli aspetti, dalla routine giornaliera all’alimentazione, dalle terapie per il benessere psico fisico alla prevenzione ed alla cura delle malattie. E’ l’interazione dinamica di ogni momento della vita, non tratta malattie ma persone, è una scienza dinamica. La medicina occidentale invece cataloga gli individui per cui definisce “normale” ciò che è comune ad una maggioranza di persone. L’Ayurveda invice definisce l’individualità della persona perché ogni costituzione umana è unica e non può e non deve rientrare, a forza, in un concetto di medie o tabelle cliniche che derivano da medie statistiche espresse sulla maggioranza delle persone.

melaLa dieta giornaliera deve essere adatta alla nostra costituzione, ci sono alimenti che per noi sono indigeribili e pesanti e per altri sono digeribilissimi e leggeri, questo dipende da vari fattori ma il principale è che quel determinato cibo è più o meno adatto alla nostra costituzione. Quindi possiamo capire che se impariamo a conoscerci e impariamo a conoscere le qualità dei cibi possiamo capire di cosa abbiamo bisogno e di cosa è meglio fare a meno. Altrettanto importante è ascoltare il nostro corpo che ci da segnali al riguardo, quando mangiamo senza avere fame ma solo perché è l’ora solita, oppure non abbiamo digerito il pranzo e ci risediamo a tavola per una bella cena. L’Ayurveda ci dice anche quando e come dobbiamo mangiare.

Ad esempio ci viene sconsigliato di mangiare se:

  • non abbiamo digerito il pasto precedente, siamo arrabbiati o in preda a forti emozioni
  • il desiderio di mangiare deve venire dal corpo e non dalla mente
  • non mangiare troppo ma nemmeno poco e neppure saltare i pasti
  • evitare di mangiare in luoghi troppo rumorosi, guardando la televisione
  • evitare discussioni a tavola, si dovrebbe mangiare in silenzio
  • il pranzo dovrebbe essere il pasto principale e la sera un pasto più leggero
  • mangiare cibi sani, e gradevoli ai sensi, consumare frutta e verdura di stagione
  • evitare i cibi conservati, inscatolati, precotti o riscaldati, troppo o poco cotti.

Questo ci insegna l’Ayurveda per migliorare la nostra salute e il nostro benessere, sono regole semplici se ci pensiamo, quasi ovvie; ci è mai capitato di avere una discussione a tavola? Poi ci è rimasto tutto sullo stomaco e ci abbiamo messo il doppio del tempo per digerire o ci è venuto mal di testa.

Per stare bene ci vuole poco, dobbiamo imparare ad avere più attenzione a noi stessi.

Atah Ayurveda ed il 1° Congresso di Medicina Ayurveda

giovedì, 12 marzo 2009

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Ayurvedic Point, nella persona del Dott. Antonio Mornadi e della Sig.ra Carmen Tosto hanno proposto il 1° Congresso di Medicia Ayurvedica, Ayurveda:il significato della vita. Coscienza, ambiente e salute. A.P.A. Atah, nella persona del suo presidente Dott. Guido Sartori sarà fra i relatori del congresso e condurrà il Workshop del Sabato sera sulla situazine dell’Ayurveda in Italia ed in Europa. Questi sono fatti importanti, ma ciò che è realmente rilevante è che verrà fatta conoscere e diffusa la voce dei pazienti, delle persone che si sono rivolte all’Ayurveda per prendersi cura della propria salute. Sarà l’occasione di ribadire il diritto alla salute ed alla libertà di scelta terapeutica da parte dei cittadini, dei medici e dei terapisti. I soci che interverranno potranno testimoniare come l’Ayurveda, il suo pensiero ed i suoi strumenti permettano ad ognuno di compiere una scelta consapevole riguardo alla propria salute ed a quella dei propri familari.

(altro…)

Bollire l’acqua

giovedì, 12 marzo 2009

(La riscoperta dell’acqua bollita!!!)

Scrivere un articolo che tratta la bollitura dell’acqua sembra veramente banale, però vorrei focalizzare alcuni punti.

Premetto che io uso l’acqua dell’acquedotto al posto di quella minerale, un po’ perché sono scettico sulla proliferazione di marche, un po’ perché quando vedo le bottiglie di plastica al sole mi viene la pelle d’oca, un po’ perché bevendo molto è più economico. In più ho visto in molti articoli analisi dell’acqua domestica migliore di quella in bottiglia, ma non ho mai visto il contrario.

Una cosa però è evidente: l’acqua dell’acquedotto, sopratutto nella zona di Bologna contiene molto calcare (calcio non biodisponibile), questo la rende pesante e non fa sicuramente bene ai reni. Cosa si può fare quindi?

Io bevo un the bancha a colazione, una tisana e un litro di acqua calda durante la giornata, infine un bicchiere di latte caldo o una tisana prima di andare a letto. Non bevo mai durante i pasti perché ho notato che questo può creare difficoltà alla digestione. Il comune denominatore è che tutta l’acqua che bevo è bollita.

Qualche anno fa comperai un bollitore di metallo che ho usato per lungo tempo. Dopo circa un mese di utilizzo quotidiano ho visto che sulle pareti iniziava ad accumularsi il calcare. Ho pensato quindi di non rimuoverlo o toglierne solo una piccola parte quando questo, per eccesso, tendeva a staccarsi. Non ho idea di quale sia il processo chimico, ma da quel momento il calcare dell’acqua rimaneva magicamente calamitato dalle pareti. Questo funziona però solo se l’acqua viene fatta bollire per circa 10 minuti (con il gas non troppo altro, basta che faccia le bolle).

Ho fatto una prova che dovrebbe essere indicativa: ho bollito la stessa acqua nel bollitore e in un tegame senza calcare. Mettendo in due bicchieri diversi le due acque già ad occhio si vede la differenza. Non parliamo poi del sapore! E’ percepibile anche una certa differenza tra l’acqua bollita e decalcificata persino con l’acqua minerale in bottiglia dovuta al fatto che durante l’ebollizione questa si energizza a contatto con l’aria.

Anche l’Ayurveda suggerisce di bere sempre bevande calde che aiutano la digestione, calmano il Vata Dosha, riequilibrano e sono depuranti. E’ meglio mantenere l’ebollizione dell’acqua per dieci minuti prima dell’infuso o del decotto per energizzarla e, se si utilizza il bollitore, contemporaneamente si elimina anche il calcare. Per economizzare il gas si può coprire il bollitore o il tegame sino all’inizio della ebollizione, quindi aprire per mettere l’acqua a contatto con l’aria, abbassare un po’ il gas e calcolare i dieci minuti.

Il mio consiglio invece è di non credere ad una parola e di andare a provare!!!