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I MAGISTRATI INDOSSANO IL CAMICE E STABILISCONO CHI DEVE ESSERE CURATO E COME

In uno degli ultimi numeri del quotidiano “La Repubblica” è comparso un ampio articolo in cui figurava un tema interessante. Negli ultimi anni nel nostro Paese si sono verificati diversi interventi della Magistratura per indurre il SSN a fornire alcuni servizi medici che esulano dai protocolli standard e ad accettarne la rimborsabilità, anche se non ancora sperimentati. Il primo caso fu quello relativo alla cura “DI BELLA”,  il più recente quello che riguarda il metodo “STAMINA”.

Si verifica pertanto che, laddove la scienza non si è pronunciata sulla validità di alcune terapie e la politica non è in grado di dare risposte, i magistrati, affiancati dai loro periti, stabiliscono quali sono le terapie più opportune per particolari categorie di affezioni. E proprio la nomina dei periti è un punto delicato della normativa vigente in Italia. Infatti, mentre in alcuni Paesi come gli USA la designazione di tali esperti è sottoposta a rigide regole, i magistrati italiani possono affidare questi compiti a soggetti che di fatto non sempre hanno competenza specifica ed esperienza diretta sulle questioni da dirimere; accade quindi che su casi analoghi i giudici possono dare risposte completamente diverse.

Da tutto ciò deriva una situazione paradossale e cioè che, da un lato alcuni magistrati impongano al Servizio Sanitario di erogare cure la cui efficacia non è per nulla dimostrata (vedi “Stamina”), dall’altro che Medicine di antica tradizione quali la MEDICINA CINESE e quella AYURVEDICA che hanno già ampiamente dimostrato efficacia sia nella prevenzione che nella cura di molte patologie, non riescano a trovare una piena legittimazione ed una adeguata applicazione nel nostro Paese.

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Maddalena Marchesini è laureata in Scienze Politiche indirizzo sociologico. Possiede l'abilitazione professionale all'insegnamento di Psicologia sociale e Pubbliche relazioni. Dopo alcuni anni di consulenza, diviene dipendente della Regione Emilia Romagna in qualità di funzionario nel 1985. Si occupa fino ai primi anni novanta di ricerca e analisi sul mercato del lavoro e sul sistema scolastico e professionale, partecipando alla stesura e redazione di pubblicazioni e riviste periodiche della Giunta regionale. Successivamente ha svolto, per la presidenza del Consiglio Regionale, il coordinamento di iniziative di informazione e comunicazione in materia di multiculturalità e diritti umani, in collaborazione con Amnesty International, Scuola e Università. In questi ultimi anni, dopo un periodo di lavoro presso la Commissione Consigliare Ambiente, ove ha svolto attività a carattere legislativo e istruttorio, a conclusione del suo iter lavorativo presso la Regione Emila Romagna, diviene membro della associazione Atah Ayurveda, con la quale attualmente collabora, interessandosi da oltre vent' anni di Medicine non Convenzionali.

Un Commento a “I MAGISTRATI INDOSSANO IL CAMICE E STABILISCONO CHI DEVE ESSERE CURATO E COME”

  1. Guido ha detto:

    Cari Soci, questo è uno dei tanti paradossi dell’Italia di oggi. Le competenze non sono riconosciute e quindi non sono rispettate. Il lavoro della politica è scaduto, da tempo, a polemica e le toghe, coprono il vuoto e si arrogano compiti che non sarebbero i loro.
    Purtroppo chi ne fa le spese è sempre il povero e bistrattato cittadino che vede impediti i suoi diritti civili, sanciti dalla Costituzione. Non ci resta che attendere! Buona salute con l’Ayurveda a tutti voi che avete la fortuna di conoscerla!

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