Una settimana fa il pluri campione di Formula Uno, Michael Schumacher, è incorso in un gravissimo incidente mentre stava sciando in compagnia del figlio e di alcuni amici. Un trauma cranico con lesioni vascolari e edema cerebrale. E’ in coma farmacologico ed è stato sottoposto a due interventi chirurgici per decomprimere il cervello dalla pressione dell’edema post-traumatico.
Si sono fatte varie ipotesi, ma sembra che Michael procedesse a velocità ridotta, indossava un casco protettivo e era solo pochi metri fuori dalla pista battuta dove, le immagini di stampa, hanno mostrato le tracce di altri sciatori (miracolati!). Per cause ancora non accertate ha perso l’equilibrio, è caduto, ha battuto la testa su di una roccia affiorante dalla neve, si è rotto il casco ed è stato trasoprtato immediatammente all’ospedale.
I commentatori hanno subito cercato un colpevole: andava troppo veloce (è un pilota di F1!); stava facendo lo spaccone fuori pista (è il n.1!); non era segnalata la zona con le pietre affioranti; i soccorsi sono stati lenti; e via di questo passo. Ci deve essere un colpevole! Siamo abituati a una univoca e precisa consequenzialità causale!
Qui una prima considerazione fenomenologica: negli eventi della vita di ogni uomo esistono delle casualità non volute da alcuno, semplicemente accade che …. X o Y.. La saggezza orientale, ma anche una visione globale e non solo causale degli eventi, ci dice che ciò che si manifesta ora è l’esito di una catena di eventi. La visione buddhista fa originare la manifestazione del mondo da ‘avidya’, l’Ignoranza. Gli accadimenti ci servono per indurci ad indagare e, se ci è possibile, riconoscere la concatenazione di cause ed effetti che esita, ora, in un certo evento. La cosienza è la discriminante che fa da collegamento fra un anello e l’altro. Ci capita di dovere fare quella certa esperienza, la nostra particolare esperienza.
Una seconda considerazione ayurvedica: Michael Shumacher è un pilota di auto, corre veloce sulle piste di tutto il mondo; sappiamo che il movimento ha a che fare con il Vata Dosha. Più si va veloci e per quanto più tempo, tanto più si accumula il Vata Dosha. Fortunatamente il campione di F1 aveva un massaggiatore srilankese (ayurvedico?) sempre con lui durate gli anni da pilota, che sicuramente gli pacificava il Vata con un massagio dopo allenamenti e competizioni. Non so se abbia continuato anche dopo il suo ritiro dalle corse. Comunque, il Vata Dosha accumulato, sopratutto nel sistema nervoso ed aggravato nel sistema circolatorio, deve essere eliminato! Come? O lentamente con terapie adeguate. O tutto in una volta con quelli che chiamiamo “incidenti”.
Fate riferiemto alla vostra esperienza personale e potrete verificare facilmente che molti incidenti accadono quando si è distratti da troppe cose o quando ci si sta rilassando dalla tensione. Infatti anche Schumacher ha avuto pochissimi incidenti mentre era totalmente concentrato a 300 all’ora!
Ho sentito fare un’altra ipotesi, secondo il mio modesto parere molto valida, solo dopo alcuni giorni dal medico che lo curò dopo un incidente in moto, nel 2009, con trauma cranico e commozione cerebrale, cioè un difetto di irrorazione dell’arteria vertebrale. La caduta di Michael avrebbe potuto essere stata causata da un disturbo circolatorio, grazie al freddo o allo stato di fatica del momento!
Morale della storia: fate attenzione a non accumulare troppo Vata Dosha, anche se siete degli atleti, la fisiologia esige – SEMPRE! – il pagamento del suo sforzo di adattamento!!!
Articolo di Guido Sartori
Dott. Guido Sartori, medico, laurea con lode presso Università di Bologna, tesi sperimentale sull'Ayurveda; pratica a Bologna la Medicina Tradizionale Ayurveda; come presidente Associazione Pazienti Ayurvedici ATAH Ayurveda ha sottoscritto il Documento di Consenso per le M.N.C.; membro della Commissione Medicine Non Convenzionali dell'Ordine dei Medici di Bologna, docente Master Universitari in M.N.C., già docente alla scuola Ayurvedic Point; socio fondatore Ass. ASIA, insegnante di Yoga e 2° dan Ki-Aikido Yushinkai; consulente farmacologo e formulatore di preparati ayurvedici innovativi con piante italiane; socio fondatore Ass. Medicina Centrata sulla Persona ONLUS; ha studiato con Vaidya Bhagwan Dash, Asthavaidya Narayanan Nambi, Madhu Bhajra Bajracharya