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LA SPIRITUALITA’ COME COMPONENTE GENETICA

In una giornata di fine agosto con ancora negli occhi il mare in lontananza e il verde intenso delle colline della Lunigiana, leggo su un periodico un articolo sulla spiritualità che mi colpisce.

“Anche tra le persone che considerano la vita spirituale come una suggestione illusoria”, scrive Jeffrey Kluger della rivista Time, ” va diffondendosi l’idea che gli esseri umani non possano sopravvivere senza…Il bisogno di Dio potrebbe essere un tratto fondamentale che va imprimendosi sempre più profondamente nel nostro genoma con il succedersi delle generazioni. Gli esseri umani che hanno sviluppato una sensibilità spirituale sono vissuti con pienezza e hanno tramandato questo tratto ai loro figli. Quelli che non l’hanno fatto hanno rischiato di estinguersi nel caos e nella furia omicida”. Secondo questo pensatore quindi la spiritualità avrebbe un fine evolutivo.

Questa stessa tesi viene sostenuta anche dal biologo molecolare Dean Hamer :  “la spiritualità possiede una componente genetica innata. Questo non significa che esiste un gene a causa del quale le persone credono in Dio, ma indica che gli esseri umani ereditano una predisposizione alla spiritualità, una tensione verso la ricerca di una entità superiore

L’autore dell’articolo, per suffragare questi concetti, continua poi citando Jung in quanto anch’egli a suo avviso, seppe cogliere con chiarezza l’importanza dell’istinto spirituale. Asseriva infatti che tra i suoi pazienti “non ve ne sia stato uno il cui problema non fosse legato alla necessità di sviluppare una visione spirituale della vita.” Egli diceva che: ” ognuno di loro si era ammalato  perché aveva perduto la visione religiosa della vita…e nessuno di essi è realmente guarito fino a che non l’ha riacquistata”. Naturalmente questo non aveva niente a che fare con l’appartenenza ad una chiesa invece che ad un’altra.

Se si continua a vivere in una condizione di paura esistenziale è probabile che si sia persa la visione religiosa.

L’autore dell’articolo finisce poi con una esortazione tratta dal libro di Herman Hesse:

“Il mio credo”:

Interroga la tua anima! La tua  anima non ti accuserà di esserti interessato poco di

politica o di aver lavorato troppo poco, di non avere odiato abbastanza i nemici…ma ti

accuserà di aver avuto troppo spesso paura, di aver scantonato di fronte alle sue

sollecitazioni, di non aver mai avuto tempo di dedicarti a lei…per giocare con

lei, per  ascoltare il suo canto…Ti accuserà di averla spesso venduta per denaro, tradita per qualche vantaggio

Sarai per sempre nervoso se la trascuri…così resterai e così perirai se non ti rivolgerai a lei con amore e sollecitudine…

 

Cosa ne pensate? Esiste o no una naturale spinta verso il nutrimento soprannaturale?

Articolo di

Maddalena Marchesini è laureata in Scienze Politiche indirizzo sociologico. Possiede l'abilitazione professionale all'insegnamento di Psicologia sociale e Pubbliche relazioni. Dopo alcuni anni di consulenza, diviene dipendente della Regione Emilia Romagna in qualità di funzionario nel 1985. Si occupa fino ai primi anni novanta di ricerca e analisi sul mercato del lavoro e sul sistema scolastico e professionale, partecipando alla stesura e redazione di pubblicazioni e riviste periodiche della Giunta regionale. Successivamente ha svolto, per la presidenza del Consiglio Regionale, il coordinamento di iniziative di informazione e comunicazione in materia di multiculturalità e diritti umani, in collaborazione con Amnesty International, Scuola e Università. In questi ultimi anni, dopo un periodo di lavoro presso la Commissione Consigliare Ambiente, ove ha svolto attività a carattere legislativo e istruttorio, a conclusione del suo iter lavorativo presso la Regione Emila Romagna, diviene membro della associazione Atah Ayurveda, con la quale attualmente collabora, interessandosi da oltre vent' anni di Medicine non Convenzionali.

Un Commento a “LA SPIRITUALITA’ COME COMPONENTE GENETICA”

  1. Guido ha detto:

    L’esigenza di senso ha sempre spinto l’uomo a cercare, fuori e dentro di sè, qualcosa che lo pacifichi e gli dia sostegno. Un ideale, un credo, un progetto, anche solo un desiderio, sono qualità sottili, non fisiche, che riempiono le nostre vite.
    C.G. Jung si è profondamente interessato alla spiritualità ocidentale e orientale e non si può che essere daccordo con lui sull’incoerenza spirituale e materiale come causa di malattia e con H. Hesse sulla necesità di considerare la propria Anima con amore.
    Io direi che forse è lo Spirito che ci ha fatto evolvere fino ad essere uomini in grado di dirsi il proprio bisogno di un atteggiamento Spirituale alla scoperta di un senso all’esistenza. Che la biologia molecolare lo confermi, mi fa solo piacere; soddisfa un piccolo desiderio di completezza.

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