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Giochiamo un po’ con i dosha…

22 luglio 2010 h.7.16

Stazione di Carrara-Avenza. Il treno proveniente da Pisa centrale e diretto a S. Stefano Magra è in perfetto orario. A quest’ora del mattino ancora pochi rumori e poca gente: qualcuno non è in ferie e va al lavoro, qualcuno invece è in ferie e parte con armi e bagagli. Il treno farà sosta a La Spezia, crocevia per i treni diretti in Liguria costeggiando la riviera di levante e per quelli diretti in Emilia, passando attraverso l’Appennino tosco-emiliano.

A La Spezia, salgo sul regionale per Sestri Levante fermo in attesa sul 1° binario: qui tante voci e molta gente che, con borse e zaini stracolmi di ogni cosa, andrà a raggiungere le spiaggette delle Cinque Terre e delle altre località della riviera di levante per una giornata di mare.

Accanto al finestrino sul treno in attesa della partenza, mi piace osservare il va e vieni delle persone in vacanza, tutte accomunate da un’irresistibile voglia di libertà e trasgressione.

Certo, i dosha Vata, Pitta, Kapha, i 3 principi energetici dell’Ayurveda che si assemblano secondo varie modalità a determinare la “prakriti “, cioè la nostra costituzione individuale, sono qualcosa di molto serio e di importanza essenziale; ma nel clima un po’ sfaccendato e scanzonato delle ferie estive, è divertente cercare di individuare, se pur grossolanamente ed esteriormente, la tipologia di ciascuno mettendola in relazione al dosha più evidente.

Qualche sedile più in là una signora sui 30-35 anni, capelli chiari e raccolti, occhi azzurro-grigi, carnagione chiara- rosata e un po’ lentigginosa, indossa un ampio abito accollato che la copre quasi del tutto : sicuramente non può esporsi al sole, si scotterebbe facilmente. Parla animatamente con i vicini, quasi a convincerli di qualcosa: parla solo lei. E penso: è Pitta?

Poi passa frettolosamente e con fatica un uomo sbuffando per il caldo, 50-55 anni, ampi bermuda sotto il ginocchio, ciabatte da mare, cappello con tesa da giocatore di rugby, qualche rotolo in più sui fianchi e sul giro vita che ingigantisce le verdi palme e gonfia le bianche vele stampate sulla camicia azzurra sbottonata per il caldo. Sembra una locomotiva ansimante. Avanzando, fa violentemente ondeggiare una bottiglia dalle pareti appannate, sicuramente gelida. Ha molto caldo, già alle 9 del mattino. E penso: è Pitta ?

Poi arrivano lei e lui, circa 25-30 anni a testa. Lei si siede ansiosa nel primo posto libero, lui resta in piedi, solleva e ripone nel portabagagli i 2 voluminosi sacchi a pelo: si vede che ha molta forza. Lui è gentile, la rassicura, è calmo e sorride a lei irritata che protesta vivacemente in tedesco. Lui è premuroso, parla poco, ha capelli folti e grossi, corporatura robusta e muscolosa, forse un po’ massiccia, carnagione chiara, un po’ pallida, il volto rotondo, indossa pantaloni corti e una camicia ben abbottonata: sembra non avere caldo e resta tranquillo a guardare fuori dal finestrino. E penso: è Kapha ?

Poi si avvicina una ragazza sui 15 anni, troppo magra e troppo alta, dinoccolata, cammina quasi dondolando, sembra buttare le gambe un po’ qua e un po’ là.  Si siede davanti a me: ha capelli lunghi e sottili, carnagione olivastra, lineamenti del viso irregolari, naso pronunciato e labbra sottili. Le cadono gli occhiali da sole; cerca svogliatamente il biglietto nell’ampia borsa piena di mille cose alla rinfusa, finalmente lo trova, sembra distratta e un po’ trasognata. E penso: è Vata ?

Il capotreno fischia e si chiudono le porte.  Il treno parte.

Articolo di

Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1979 presso l'Università degli Studi di Parma Specializzazione in Microbiologia nel 1982 presso l'Università degli Studi di Parma Dal 1980 al 2010 ha prestato servizio come medico di Laboratorio Ospedaliero presso l'Azienda AUSL di Reggio Emilia Nel 2009 - 2010 ha frequentato il 1° anno del Corso per medici di Medicina Ayurvedica Ayurvedic Point di Milano Attualmente iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi della provincia di Massa Carrara Risiede a Carrara ( MS )

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