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Nascita della botanica farmaceutica

La botanica farmaceutica è nata dall’esperienza empirica, dal momento in cui l’uomo primitivo assaggiò le piante e cominciò a riconoscerle e quindi distinguere categorie diverse: piante innocue, velenose, dolci, amare, per mitigare i sintomi di malattie, piante allucinogene, ecc.

In ogni caso questa conoscenza era molto riservata, tanto che nei villaggi o tribù la persona che la deteneva aveva anche molto potere perché poteva diventare un’arma di ricatto; le piante potevano essere utilizzate per credenze religiose, magiche, superstizioni, rituali propiziatori o di difesa da demoni.

Nel corso dei secoli le società primitive cominciarono a cercare dei criteri di utilizzo, ossia inizia la medicina per similarità per es. la resina rossa usata per le malattie del sangue; le foglie a forma di cuore per curare le disfunzioni cardiache ecc.

Il primo testo di medicina botanica, in occidente, nasce tra gli Egiziani, studi non ancora metodici ma con molti spunti interessanti. La svolta vera avverrà nel Medioevo con Paracelso che classificò più o meno sistematicamente le erbe fino alla genesi dei concetti di fitoterapia nel XVI sec., con la creazione dei primi erbari.

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